Bonetti (Azione): “Giorgia-Elly, uno scontro sulla pelle dell’Italia. Da noi nuovo partito europeista”
Roma – «Fra Giorgia ed Elly, in mezzo, c’è la vita degli italiani, i loro interessi che noi vogliamo riportare al centro»: Elena Bonetti, ex ministra della Famiglia, è candidata con Azione-Siamo Europei in tutte le circoscrizioni. «La nostra lista – spiega – mette insieme con Azione, popolari, repubblicani, socialisti liberali, ed altre componenti civiche e riformiste, i filoni che hanno dato vita alla Costituzione. È più di un’alleanza elettorale. Da essa nascerà un nuovo partito dopo il voto».
Che campagna è stata?
Polarizzata e personalizzata («vota Giorgia», «vota Elly») basata sulla vecchia e inutile contrapposizione rosso-nero, basata sullo scontro fine a se stesso. Se si riferisce invece alla nostra campagna elettorale, è stata l’esatto contrario. Al personalismo abbiamo preferito il gioco di squadra collegiale, e la “buona politica” di centro che cerca le migliori soluzioni per il bene comune degli italiani, andando oltre un gioco a dividerli che li tiene in ostaggio per interessi contrapposti, ma di fatto convergenti. Certo, è più difficile, ma anche più efficace, perché la realtà è complessa, finge di ignorarlo chi non ha a cuore di cambiarla, ma di “lucrare” sulla individuazione del nemico. Da questa campagna usciremo con un programma strutturato, che sarà la piattaforma del progetto politico cui intendiamo dar vita.
Il dibattito è virato sulla riforma istituzionale, tirando in ballo anche il capo dello Stato. Ma anche qui l’impressione è che si punti già al successivo referendum, più che al dialogo per evitarlo.
Anche il dibattito sulle riforme è drogato dalle estremizzazioni. Siamo contro il premierato proprio perché uccide il luogo in cui costituzionalmente queste contrapposizioni vanno ricomposte, ossia il Parlamento. E trovo grave e dannoso che Salvini abbia tirato in ballo le funzioni “terze” del capo dello Stato, con Forza Italia e Meloni che fanno spallucce.
In Europa che scenario prevede?
I due schieramenti saranno costretti a fare il contrario di quanto propongono, dovranno cioè di nuovo accordarsi per dare un governo all’Unione. Noi chiediamo invece il voto per una forza che con coerenza indica già ora questa necessità. Il nostro programma mette insieme la spinta universalistica del cristianesimo, quella umanitaria di Mazzini e il solidarismo del lavoro, i valori che De Gasperi indicò in Costituente e alla Conferenza di pace di Parigi. Ma c’è anche la natalità, una sfida che riguarda tutto il Continente.
In piena campagna elettorale è montato lo scontro anche agli Stati generali della Natalità.
Ho fatto arrivare la mia solidarietà alla ministra Roccella per gli attacchi. Ma voglio solidarizzare anche col presidente del Forum delle Famiglie Bordignon e il presidente della Fondazione natalità De Palo, vere vittime di questo clima di contrapposizione, su un tema in cui si era lavorato bene nel dialogo, portando a casa l’assegno unico per tutti i figli, includendo finalmente chi, come le “partite Iva” mai aveva avuto accesso a risorse, e il “Family Act”. Si è voluto delegittimare questo luogo di dialogo, non a caso valorizzato da un governo di larghe intese, non direi “tecnico”, che la riforma vuole rendere non più possibile. E trovo grave che il governo abbia cancellato il Family act, che avrebbe consentito alla famiglia altri passi avanti, con nuovi stanziamenti, un allargamento dei congedi e dei servizi alla natalità. E tutto questo solo per calcolo elettorale.
Fonte: Avvenire