Bonetti: "Sperimentazione sul salario minimo, rafforzare i contratti di secondo livello"
L'ex ministra: un errore il finanziamento in deficit e non strutturale del taglio del cuneo in assenza di misure per la crescita
Il problema dei salari troppo «bassi esiste e il Paese ha bisogno di una risposta integrata: salario minimo legale come proposto dalle opposizioni e insieme il rafforzamento del welfare aziendale e della contrattazione di secondo livello. Vero che i saggi del Cnel, a maggioranza, hanno escluso lo strumento del salario minimo legale per puntare tutto sull'estensione della contrattazione collettiva. Ma il governo non può rilanciare semplicemente la palla in tribuna. Perché dire che "il salario minimo non è lo strumento giusto" non serve a nulla». Nel giorno in cui la proposta di legge delle opposizioni per l'introduzione di un salario minimo legale di 9 euro approda in Aula alla Camera, la deputata ed ex ministra della Famiglia Elena Bonetti - che ha recentemente lasciato Iv di Matteo Renzi per avvicinarsi ad Azione di Carlo Calenda e che insieme ad Ettore Rosato ha fondato l'associazione Popolari europeisti riformatori (Per) - invita il governo a lavorare ancora ad una soluzione condivisa.
Onorevole Bonetti, il Cnel la sua sentenza l'ha emessa: il salario minimo non è lo strumento giusto, bisogna rafforzare la contrattazione collettiva...
Da quello stesso documento del Cnel emergono delle verità incontestabili e che non possono essere trascurate. Nel nostro Paese ci sono lavoratori che sono sì coperti da contrattazione, ma di bassa qualità, e ci sono più della metà dei contratti non rinnovati. Ci sono inoltre procedure negli appalti anche pubblici che non tutelano un minimo salariale adeguato. E ci sono discriminazioni di settori, territoriali e di categorie, soprattutto per giovani e donne. Salari che se non integrati con welfare e contrattazione di secondo livello non arrivano ai 9 euro orari e discriminazioni salariali di genere che la contrattazione non risolve, come ha messo in evidenza un recente rapporto della Fim-Cisl. In aziende con la sola contrattazione nazionale la differenza del superminimo tra uomini e donne arriva anche al 40%. Allora, siccome questi sono dati di realtà, compito del governo è trovare la risposta.
Qual è la risposta, dunque?
Il salario minimo che abbiamo proposto è un pezzo della risposta, non sufficiente ma certamente necessario soprattutto per tutte le fasce di lavoro debole e povero che lo stesso Cnel ha elencato. L'Ocse ha dimostrato come nei Paesi in cui c'è un salario minimo legale il lavoro è più resiliente rispetto alle dinamiche inflattive. Servono poi altre misure, come accennato prima: defiscalizzazioni, incentivi alla contrattazione di secondo livello, partecipazione dei lavoratori agli utili e anche maggiori controlli da parte dell'ispettorato del lavoro così come regole adeguate per gli appalti. Ma in ogni caso non si può eludere il problema del salario minimo. Lo hanno richiamato, in un documento di minoranza, anche cinque esperti del Cnel nominati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella proponendo di introdurlo almeno in via sperimentale per alcune categorie come donne e giovani. Quello che gli altri Paesi hanno dimostrato è che il salario minino non indebolisce la contrattazione.
Il suo giudizio sulla legge di bilancio appena approvata.
Finanziare in deficit il taglio di tasse, e per di più non in maniera strutturale, resta la maggiore criticità perché produce debito in assenza di misure per la crescita. Non ci sono risorse sufficienti per la sanità. Ad ogni modo occorre attendere il testo: per le famiglie il governo si muove in continuità con il Family Act introdotto dal governo Draghi, ma i finanziamenti devono essere strutturali. C'è poi il nodo della decontribuzione per le mamme, da cui sembrano escluse partite Iva e libere professioni. Aumentare, come abbiamo previsto noi, l'assegno unico se le mamme lavorano è più efficace. Lo ha certificato uno studio di Bankitalia.
Che cosa farà Bonetti da grande? Si candiderà alle europee con Azione?
Nel mio futuro c'è la battaglia per la costruzione di una casa comune di riformisti e popolari europeisti come avevamo promesso alle elezioni politiche: il progetto va avanti nonostante le note divisioni. Le candidature vengono dopo il progetto politico.