Renzi? Un errore non sedersi al tavolo
Onorevole Bonetti, Italia Viva è l'unico partito presente in Parlamento rimasto fuori dal tavolo proposto dalla premier per trovare una soluzione condivisa sul tema del lavoro povero. Non è stato un errore?
Quello che penso è che se il tavolo fosse fallito sarebbe stata la riprova che il Paese non sa vivere processi di normalità politica. Per me la normalità è che governo e opposizione sappiano confrontarsi in tutte le sedi per affrontare temi che stanno a cuore ai cittadini come il lavoro povero e la necessità di far crescere i salari. E il tavolo riunito a Palazzo Chigi ha aperto una prospettiva di confronto per trovare una sintesi tra varie soluzioni proposte. Come si fa a dire che questa non è una buona notizia? Lo è a prescindere dal risultato. Per Italia Viva restare fuori da questo dibattito e da questo lavoro comune sarebbe
un'occasione persa.
Matteo Renzi in questo caso ha sbagliato, dunque...
Io penso che la soluzione non sia tirarsi fuori. O la politica fa uno sforzo ed esce dal solo tatticismo o morrà di tatticismo. Non siamo chiamati a vincere partite ma a costruire una visione di Paese. Le istanze riformiste possono vivere come proposta fattuale solo se accettano il confronto concreto e veritiero sui temi, altrimenti si apre la strada al populismo e alla demagogia. Guardi cosa ha portato alla maggioranza la smania di mettere bandierine: la tassazione sugli extraprofitti delle banche, di fatto una patrimoniale, è stato un blitz agostano non giustificato da alcuna urgenza, visto che il ritorno ci sarà nel 2024. Intanto ha provocato subito un prevedibile tonfo dei titoli in Borsa. Una norma nata male e comunicata peggio, che poteva essere invece ponderata con calma in legge di bilancio.
Il salario minimo peraltro era nel programma del Terzo polo.
Certo, perché permette di attuare l'intera riforma del Jobs Act, che prevedeva tra le altre cose anche l'introduzione in via sperimentale di un salario minimo legale. Non come unico strumento, certo, e infatti ha fatto bene la premier ad allargare la riflessione. È fondamentale mettere sul tavolo anche la contrattazione di secondo livello, la partecipazione dei lavoratori agli utili, il sostegno alle imprese e il taglio del cuneo fiscale.
Nell'aumentare i salari per me è giusto accompagnare le imprese, e per questi benefici la proposta sul tavolo non prevede l'aumento delle tasse. Del resto è stata questa la filosofia del governo Draghi per lo sviluppo: sostegno ai redditi e incentivi alle imprese.
Il leader del M5s Conte però dice che coinvolgere il Cnel è come buttare la palla in tribuna.
Non è vero. Chi altri può essere investito se non il Cnel, che ha la mappa di tutta la contrattazione? Renato Brunetta su questo farà un ottimo lavoro. Chi ha portato a casa le riforme in questo Paese sa che dietro c'è sempre un lavoro di approfondimento tecnico e di confronto con le parti sociali. E il tempo di 6o giorni che il governo si è dato per approfondire è una scelta condivisibile: non è certo che si arriverà a una soluzione, ma bisogna assolutamente provarci.
Igruppi Azione/Iv sembrano destinati a dividersi nonostante il voto di due milioni e mezzo di elettori. Alcuni colleghi di partito hanno auspicato la separazione dei gruppi ma io resto ancora convinta che sarebbe un grave errore.
Ma se la divisione ci sarà che cosa farà la deputata Bonetti?
A malincuore ma in autonomia di coscienza valuterò che cosa fare rispetto a una decisione che non condivido, che tradisce il mandato elettorale e che non è stata discussa al nostro interno.