La proposta di Bonetti per i Comuni: «Un fondo per finanziare le attività»
Sostenere le famiglie, quando la scuola è chiusa per tre mesi e i bambini restano a casa senza far niente. Soprattutto se i genitori lavorano e i nonni non ci sono. Ci si rivolge ai centri estivi ma spesso mancano o sono troppo onerosi. Nasce proprio con l'intenzione di ridurre i costi e aumentare l'offerta educativa la proposta di legge presentata dalla deputata di Italia Viva Elena Bonetti. Il testo, messo a punto dall`ex ministra alla famiglia, propone il sostegno alle attività educative e ricreative non formali, quindi non prettamente scolastiche vale a dire musica, sport, laboratori teatrali e artistici di vari natura, anche a integrazione ed estensione del tempo scuola, delegando al Governo l'individuazione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni.
IL SERVIZIO
Trai punti fondamentali quindi c'è la necessità di offrire un servizio che sia uguale da Nord a Sud, lasciato ai singoli comuni ma con una base di partenza uguale per tutti, dai requisiti formativi a quelli di sicurezza. La pausa estiva dalle lezioni dura circa tre mesi. Troppi per una famiglia che non sa come organizzare le giornate dei figli. «Si tratta di un lasso di tempo in cui - ha spiegato Bonetti, presentando la proposta di legge - il diritto ad apprendere, formarsi, acquisire competenze e coltivare le passioni e capacità dei nostri bambini, ragazze e ragazzi, non viene garantito, col rischio di lasciarli privi di qualunque attività educativa e di aumentare l'isolamento sociale, ricreativo e formativo. Situazione fertile, questa, per il proliferare di una povertà educativa ancora troppo presente nel Paese». Le famiglie si rivolgono così ai centri estivi, pubblici e privati, sobbarcandosi spesso una spesa troppo onerosa, soprattutto se estesa nei tre mesi di pausa dalla scuola.
I PROGETTI
Per questo la proposta della deputata Bonetti prevede di stanziare 200 milioni di curo l'anno per finanziare i progetti dei Comuni, in collaborazione del terzo settore e delle istituzioni scolastiche, sia per i centri estivi sia per attività che possano essere estese durante tutto l'anno. Era il 2020 quando il Governo, per aiutare la socialità dei bambini chiusi in casa dal primo lockdown per il Covid, decise per la prima volta di finanziare i centri estivi con una spesa pari a circa 450 milioni di giuro in tre anni, attraverso i progetti specifici, come ad esempio "Educare, Educare in comune, Educare insieme", promossi dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La spesa fu importante anche perché durante la pandemia i gruppi non dovevano esseere formati da più di 5 bambini e servivano molti animatori in campo. Dovrà essere istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il "Fondo per il sostegno alle attività educati ve formali e non formali", per offrire alle famiglie un sostegno concreto per attivare opportunità educative rivolte al benessere dei figli. A coordinare e monitorare l'avvio del progetto, dovrà inoltre essere istituito l'Osservatorio nazionale delle attività di educazione non formale, che preveda il Piano triennale per l'educazione non formale, elaborando anche proposte per superare le eventual i criticità, verificando il rispetto dei livelli essenziali di iniziative di educazione non formale e coinvolgendo le scuole e gli enti del terzo settore. Dopo un primo monitoraggio, che metta in rete le buone pratiche e i risultati ottenuti, verranno emanate le linee guida per il coinvolgimento delle associazioni giovanili nelle attività da svolgere. Si tratta di un percorso da portare avanti, già avviato con il Family Act che porta la firma ministra Bonetti, per sostenere le famiglie stringendo un`intesa con i Comuni e le associazioni che già operano nel campo educativo: «L'educazione non va in vacanza, mai - spiega Elena Bonetti - mi auguro di avere il sostegno della maggioranza, questo è un tema che tocca tutti gli italiani: è importante introdurre un sistema capace di promuovere l'educazione non formale durante tutto il tempo dell'anno, con sostegno economico e formativo. I fondi verranno ripartiti tra i comuni che decideranno poi come investirli anche per abbassare i costi delle famiglie. È fondamentale il ruolo del Terzo Settore oltre che delle scuole». La proposta di legge già depositata verrà assegnata a breve in commissione.